Associazione di volontariato Idra

iscritta al Registro Regionale del Volontariato della Toscana per la promozione e la tutela del patrimonio ambientale e culturale

Via Vittorio Emanuele II 135, 50134 FIRENZE; Tel. e fax 055.233.76.65; Tel. 055.48.03.22; Tel. e fax 055.41.04.24; e-mail idrafir@tin.it; web http://www.idraonlus.it/vecchiosito/inizio.html; www.idra.dadacasa.supereva.it

 

Borgo San Lorenzo (FI), 23.9.'03

 

 

Dott. Claudio MARTINI

Presidente della Giunta Regionale Toscana

Palazzo Bastogi

Via Cavour 18

50129 FIRENZE

 

e p.c.

 

Ing. Giancarlo CIMOLI

Presidente delle Ferrovie dello Stato

P.zza della Croce Rossa 1

00161 ROMA

 

Prof. Umberto BERTELÈ

Presidente della T.A.V. SpA

Via della Stazione di Tor Sapienza

00155 ROMA

 

On. Altero MATTEOLI

Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio

Viale Cristoforo Colombo 44

00147 ROMA

 

On. Valdo SPINI

Camera dei Deputati

Piazza di Montecitorio 1

00186 ROMA

 

On. Vannino CHITI

Camera dei Deputati

Piazza di Montecitorio 1

00186 ROMA

 

On. Marco RIZZO

Camera dei Deputati

Piazza di Montecitorio 1

00186 ROMA

 

Sen. Vittoria FRANCO

Senato della Repubblica

Piazza Madama 11

00186 ROMA

 

Sen. Antonio DI PIETRO

Senato della Repubblica

Piazza Madama 11

00186 ROMA

 

 

OGGETTO: Richiesta di intervento urgente per la tutela delle risorse idriche dell'Appennino.

 

 

Ill.mo Presidente,

 

ci rivolgiamo a Lei e, indirettamente, a chi ci legge per conoscenza per chiederLe di intervenire personalmente affinché venga avviato in modo serio e efficace il risanamento idrogeologico del Mugello colpito dagli impatti ambientali della cantierizzazione per l’Alta Velocità ferroviaria.

E’ di queste ultime settimane la notizia che al lungo elenco di sorgenti (oltre 50) e torrenti essiccati a causa dell’intercettamento della falda acquifera da parte dei lavori per la realizzazione della galleria di Marzano, nel Comune di Borgo S. Lorenzo (FI), si va ad aggiungere anche l’Ensa, il fiume di Giotto, sulle cui sponde il maestro Cimabue lo vide disegnare, e dove è sorto il celebre ponte della Ragnaia, detto appunto di Cimabue (vedi foto allegate). Oggi questo torrente, in prossimità dell’abitato di Ronta nel Comune di Borgo S. Lorenzo, scompare nella roccia lasciando un’arida pietraia (vedi foto allegate). Non un corso d’acqua qualunque, dunque, ma l’Ensa immortalato su cartoline che raggiungono tanti Paesi del mondo.

Anche il torrente Veccione, che attraversa l’abitato della millenaria Badia di Moscheta nel Comune di Firenzuola ed entra poi nella Valle dell’Inferno, è quasi per l'intero percorso ridotto ad una pietraia. Le sorgenti millenarie di Moscheta sono state prosciugate nel dicembre 2001, e l'intera area - ricordiamocelo - si trova all’interno del Sito di Importanza Comunitaria "Giogo - Colla di Casaglia", classificato come SIC 38.

Ma risultano prosciugati anche il torrente Carzola di Paterno, che scende da Monte Morello, nel Comune di Vaglia, e i torrenti Farfereta, Rampolli e Canaticce, che nasce presso la Casa Museo della Civiltà contadina mugellana vicino Grezzano, nel Comune di Borgo San Lorenzo.

Oggi il nostro Mugello sta vivendo dal punto di vista ambientale il periodo forse più drammatico della sua storia, e non per cause naturali.

Nell'opuscolo intitolato "Toscana 2003, Trasporti e Mobilità" inviato dalla Regione Toscana a tutti i cittadini del suo territorio, nel capitolo dedicato all’Alta Velocità, a pag. 16, si legge che "la realizzazione di un'opera di tali dimensioni ha un forte impatto sull'ambiente", ma che "prima di progettare queste opere si sono fatti molti studi per ridurlo al minimo". Non sembrerebbe, a giudicare dai risultati e dalle stesse ammissioni degli amministratori regionali. Nell'assemblea pubblica svoltasi il 17 luglio scorso a Grezzano nel Comune di Borgo S. Lorenzo proprio l’assessore all’Ambiente della Regione Toscana dott. Tommaso Franci ha dovuto affermare che "sui problemi ambientali ci siamo passati un po' troppo sopra: se siamo in questa situazione è perché ai torrenti si è pensato poco, mentre di più si è pensato alle opere compensative, pensando di poter far pari", come riportato nelle cronache di un quotidiano (La Nazione del 19 luglio 2003).

Sembra dunque che sussistano molte ambiguità, soprattutto se si tiene conto degli effetti drammatici documentati sul piano idrogeologico nel Mugello e nell'Alto Mugello. I più importanti media giornalistici e televisivi hanno dato molto rilievo, in un recente passato, al disastro causato dal naufragio di una petroliera sulle coste del nord della Spagna, e in queste settimane si sta giustamente dando ogni opportuno spazio alla grave siccità che queste estati sempre più torride causano ai nostri fiumi e alla nostra agricoltura. Ma assai raramente si sente pronunciare sui media nazionali qualche parola su questo disastro ambientale, gravissimo, che sta vivendo il nostro Mugello per effetto della cantierizzazione TAV. Una coltre di silenzio che non aiuta certo a risolvere i problemi, che vanno affrontati a nostro avviso dibattendoli, anche se vi sono state delle responsabilità. Non è giusto che migliaia di persone che abitano questa terra debbano sentirsi frustrate e avvilite, impotenti di fronte al succedersi di questi avvenimenti.

Negli ultimi anni il nostro territorio ha conosciuto un grande sviluppo turistico, con ospiti provenienti da parecchi paesi europei e non, e ha registrato presenze anche superiori a quelle di cui ha beneficiato il Chianti. Ecco, è pur vero che sono stati ottenuti 53 milioni di euro per mitigare gli effetti di questi impatti, ma essi non serviranno - temiamo - ad assicurare la soluzione del problema. Sono stati ipotizzati svariati progetti di intervento, come quello di tentare di sigillare gli alvei fratturati dei torrenti, o di effettuare dei rilanci di acqua con pompe dalle gallerie. Ci domandiamo tuttavia quanto essi siano effettivamente realizzabili. Molti torrenti impattati scorrono al di là di ben due valli appenniniche rispetto al tunnel responsabile dell'intercettamento, anche a più di dieci chilometri di distanza. Senza contare il costo astronomico a livello energetico che comporterebbe la loro attuazione (pensiamo ai black out verificatisi in queste settimane).

I nostri torrenti da sempre sono inseriti nel delicato ecosistema dell’ambiente appenninico, con i loro boschi e le loro piccole sorgenti: non sono vasche di paese per pesci rossi da alimentare artificialmente con pompe. Non potrebbero diventarlo neanche se ciò fosse tecnicamente fattibile. E’ stato affermato, e riportato sui giornali, che si è prestata maggiore attenzione alle opere compensative che alla tutela ambientale: ma questo sicuramente non è quello che volevano i mugellani, e le nostre amministrazioni lo sapevano. Ci è stata imposta un’opera che a noi non servirà, solo perché ci troviamo tra Firenze e Bologna, due aree cosiddette "forti", e non si tiene ancora oggi conto dei nostri pareri: tutto il discorrere ruota intorno alle sole opere di mitigazione dei danni ambientali. Non si parla del ripristino delle falde intercettate.

Nonostante la siccità di questi giorni, i dati riferiti dalle autorità regionali parlano di fuoriuscite di oltre 300 litri al secondo, dalla sola galleria di Marzano. Succede da mesi. E dalle altre gallerie? Nel complesso fuoriescono quantità enormi di acqua, e l'emorragia non accenna a diminuire. L’impatto sui corsi d’acqua di superficie è destinato ad aumentare? Altri corsi d’acqua saranno colpiti irreversibilmente? Ci sono ancora 6 km da scavare sotto Monte Morello, e 2 km delicatissimi da Marzano. La maggior parte dei torrenti appenninici del Mugello saranno ridotti in aride pietraie come è successo a quelli di oggi?

Se le gallerie così come sono realizzate non risultano conformi ai livelli di sicurezza, e già si parla di dover reintervenire per adeguarle agli standard europei, a questo punto il primo e più urgente passo che a nostro avviso un'Amministrazione pubblica responsabile è tenuta a fare è quello di sospendere gli scavi e prescrivere una riprogettazione che ne assicuri l'impermeabilizzazione e eviti un drenaggio delle risorse acquifere così gigantesco, prolungato nel tempo ed esteso nello spazio. Sigillare le falde intercettate, piuttosto che i torrenti, sembra costituire una scelta saggia e doverosa da assumere affidandosi, perché no?, anche a consulti internazionali. Quest'operazione avrà certo dei costi, che andranno attentamente determinati e valutati. Ma saltare questo passaggio comporterà dei costi assai maggiori, temiamo, e per giunta imprevedibilmente crescenti. L’acqua di superficie è demaniale e quindi di tutti: perché oggi questo diritto nel Mugello viene negato?

  

Andrea ROMAGNOLI

 

In allegato:

 

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